Ciao Mario. Ti saluto così, come ti salutavo quando arrivavi in hotel, come quando uscivi, con la borsa in spalla, sempre la stessa da 30 anni.
Niente più lucidatrici, niente più bagagli, niente più magnane e medicine da prendere.
Nell' ultimo periodo eri stanco, si vedeva, ma non volevi mollare, ci tenevi al tuo posto, quell' albergo lo avevi praticamente aperto tu.
E alla fine hai ceduto, hai dovuto cedere, adesso riposati. Te lo sei meritato.
Mi mancherai, vecchio mio.
Con affetto,
Paolo.
giovedì 29 aprile 2010
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